Processare Colombo ? Dalle Isole Canarie al Nuovo Mondo.Le scoperte geografiche alla sbarra....
di Giovanni Delfino ed Emilio Bozzano
E’ sempre difficile scrivere della buona storia, ma riuscire a ridurre in piccolo formato più di 500 anni lo è ancora di più. E sicuramente è assai più ostico far comprendere a chi si nutre di fake news d’oltreoceano quanto poco centri con le sevizie subite, nel corso dei secoli dalla popolazione amerindia la figura di Colombo – che, è bene ricordare al lettore poco addentro all’argomento- spirò a Valladolid nel 1506, convinto d’aver raggiunto Cipango e non un nuovo continente.
Un’attenta lettura di” Processo a Colombo. Scoperta o sterminio”Ed. La Vela, di Antonio Musarra permette di comprendere quanto marginale e di poco conto sia stato il ruolo del navigatore genovese in tutto ciò che di brutale è conseguito alla “scoperta”, oggi troppo facilmente a lui imputato: stermini, stupri e maltrattamenti da parte degli europei verso gli abitanti del Nuovo Mondo. E’ solo ultimamente che è tornato in auge l’interesse verso il navigatore genovese, che – a dire il vero – la sua città natale non ha mai trattato troppo bene, basti pensare alla sua pseudo-abitazione sistemata in un contesto moderno a uso del turista, che in realtà sappiamo essere stata ubicata altrove. Soprattutto, dall’altra parte del mondo, negli ultimi anni si sono presi la briga di bistrattare e quasi rinnegare la figura dell’ammiraglio, accusandolo di sevizie e maltrattamenti verso i nativi, quando sappiamo – come insegna la Storia – che il grosso di quest’opera di conquista e rapina, con la Croce e con la spada, è per lo più postuma, e perciò va collocata dopo la morte di Don Cristoforo, ed imputabile soprattutto ai Conquistadores.
Musarra, nella sua opera, fa ampio uso delle fonti, e permette al lettore attento e scrupoloso di comprendere quanto Colombo volesse cercare si fama e oro – propendendo per la seconda – nelle terre da lui scoperte, ma anche quanto poco tempo abbia effettivamente avuto per poter causare tutto quello che a lui è imputato, fatto salvo il trattamento riservato ai nativi all’arrivo del secondo viaggio.
Il lettore dovrebbe porsi nell’ottica non dello yankee contemporaneo, che spesso e volentieri dimentica quante “Marce di Topolino” hanno cantato i propri eserciti, con buona pace delle statue di Colombo abbattute, ma viaggiare nella mente di coloro che circa cinque secoli or sono attraversavano quel mare verso l’ ignoto.
Alla fine del quale non ci si trovava al di la del sol e in un mondo sanza gente, come insegna il ghibelin fuggiasco ma davanti a uomini e mondi sconosciuti, con i quali si voleva in special modo commerciare e convertire alla fede cristiana, convinto com’era di essersi spinto più in la di Marco Polo ( nel favoloso Cipango).
Provenendo non direttamente da Palos, ma dalle Canarie, dove Colombo aveva fatto sosta circa un mese per rimediare ad guasto conseguente ad un sabotaggio subito, l’Almirante aveva già avuto modo di conoscere le popolazioni indigene dei Guanci, e non era la prima volta che il genovese, veleggiava sulle coste atlantiche, da cui aveva potuto raccogliere racconti di naviganti e di naufragi .
La comprensione e l’analisi del contesto all’interno del quale collocare le azioni colombiane implica un lungo studio e un’ottima conoscenza delle fonti, che tutti non hanno. Se volete cimentarvi….. “ Processo a Colombo” fa, senz’altro, al caso vostro.