Dante e la Fede.
di Giovanni Delfino
Dante e la Fede.
Ho avuto più volte la fortuna di parlare di fede con persone che professano l’ateismo. Di uno in particolare mi ha stupito la razionalità e la sicurezza : il grande giornalista Mimmo Candito, marito di mia cugina Marinella Venegoni, era assolutamente certo della assenza di Dio. Questa assenza era vissuta con la certezza con cui un vero cristiano dovrebbe vivere la Fede.Mi veniva in mente la professione di fede di apologisti come Tertulliano che diceva “ Credo quia absurdum” intendendo dire che l’incarnazione di Cristo, la sua morte e la sua Resurrezione era un fatto talmente straordinario da sembrare assurdo e poiché si era verificato ed era stato testimoniato dagli Apostoli non poteva non essere creduto. D’altra parte se la Fede fosse verificabile scientificamente, nessuno potrebbe esimersi dal credere. La mia esperienza di cristiano mi propone una fede irta di dubbi che deve essere continuamente sostenuta dalla parola delle Scritture e dalla preghiera. Gli atei difficilmente hanno dubbi. E sempre stata una vexata quaestio il tentativo di conciliare scienza e fede; emblematico a questo proposito il tentativo poetico di G. Zanella, avvenuto proprio in un periodo in cui il neopositivismo e le teoria di Darwin sull’evoluzionismo rischiavano di infliggere un colpo mortale alla fede popolare. E’obbligo quindi, per ogni cristiano, interrogarsi su cosa sia per lui la vera Fede, fissando l’infinità degli spazi siderali e l’eternità del tempo cosmico. Personalmente ritengo che specialmente oggi, che abbiamo scoperto e imparato ad utilizzare una miriade di forze invisibili quali elettricità, campi gravitazionali ed elettromagnetici, radiazioni ed energia nucleare, ecc ecc e siamo sbalorditi dalle nanotecnologie e dai progressi della fisica, che ci riservano sempre nuove sorprese, più ci avviciniamo ad una conoscenza scientifica degli enormi misteri che circondano il creato e più diventerà possibile conciliare la scienza con la fede, forse proprio con la fede, che già avevano i padri conciliari, i filosofi scolastici o i grandi poeti del passato come Dante:
“ Fede è sustanza di cose sperate ed argomento delle non parventi “[ dimostrazione di realtà che non si vedono] (Par XXIV, 65-66)
“Credo in unum Deum, Patrem omnipoténtem, Factorem cæli et terræ, visibílium ómnium et invisibilium […..] Deum de Deo, Lumen de Lúmine, Deum verum de Deo vero”.
Dio come luce ! E allora mi viene in mente il biblico Fiat Lux ed il giovanneo “In lui era la vita
e la vita era la luce degli uomini”. (Giov. 1,4) . Una notizia, con cui stupivo i miei studenti insegnando storia antica, era che se noi potessimo utilizzare una velocità superiore a quella della luce(300.000 km/s !), potremmo andare indietro nella Storia, e dall’alto dei cieli osservare la terrà non cosi come è oggi, ma la terra come era nelle varie epoche e quindi assistere per esempio, alle battaglie navali di romani e cartaginesi nelle guerre puniche, o all’eruzione del Vesuvio, così come raccontata da Plinio il giovane, oppure addirittura alla stessa Passione e Resurrezione di Nostro Signore. Quante altre vicende storiche potrebbero trovare spiegazione ! E allora ecco venirmi in soccorso Dante stesso, che parla di Dio come “ lo gran mar de l’essere ” (Par I, 113), in cui “la contingenza che fuor del quaderno della vostra matera non si stende tutta è dipinta nel cospetto eterno “ (Par XVII, 37-39), quindi le nostre immagini e le immagini dell’Universo intero φότο-grafate nella luce sono contenute e proiettate in eterno nell’infinito dell’ESSERE, come” punto a cui tutti li tempi son presenti” (Par XVII, 17-18). Quindi un Dio, che non vive nel tempo e nello spazio, perché è l’essere supremo ed assoluto che tutto contiene.
Ritengo quindi che più la scienza si addentra nei misteri dell’Universo, più restiamo sbalorditi e più ci inchiniamo alla suprema maestà e alla logica “Ἐν ἀρχῇ ἦν ὁ λόγος” (Giov. 1,1) di chi lo governa. Finirà che sarà proprio l’ateismo a non avere un fondamento razionale, in quanto negando la logica che governa l’universo risulterà essere un assurdo atto di fede in un’improbabile Kaos primigenio.