Riscrivere la storia: il “Nuovo Mondo” e l’ “era moderna” iniziano con la riscoperta dell’Arcipelago Canario da parte di Lanzarotto Malocello
di Alfonso Licata
In tutti i nostri convegni sulla riscoperta delle Isole Canarie ho sempre sostenuto che un capitolo della storia va riscritto: l’inizio dell’età moderna e del “Nuovo Mondo” va fatto risalire al 1312 (anno della riscoperta delle Isole Canarie), cioè al 180 anni prima del 1492 (anno della scoperta dell’America da parte di Cristoforo Colombo e data di riferimento ai giorni nostri per segnare la fine del Medioevo e l’inizio dell’età moderna).
Infatti le Isole Canarie , a partire dall’impresa di viaggio dello scopritore italiano, divennero il trampolino di lancio per nuove imprese di scoperta geografica, fino a giungere alla più famosa scoperta dell’America da parte del grande navigatore genovese Cristoforo Colombo.
A rafforzare tale proposta, nel 2021 un gruppo di studenti dell’Università Statale di Milano (Italia) ha ritrovato un vecchio manoscritto inedito di epoca medievale, denominato “Cronica universalis” scritto intorno al 1340 dal frate domenicano Galvano Fiamma, ( almeno 150 anni prima dello sbarco di Cristoforo Colombo in America), che anticipa la data della conoscenza dell’America di circa 150 anni, facendola coincidere sostanzialmente con l’epoca della riscoperta delle Isole Canarie che, a mio giudizio, deve essere presa come riferimento per designare convenzionalmente l’inizio del Nuovo Mondo e,quindi, anche dell’Età Moderna .
Al concetto di “Nuovo Mondo”, infatti, ben possono ascriversi anche quelle isole che, essendo state riscoperte circa settecento anni fa dal Malocello dopo secoli di oblìo, attualmente compongono l’Arcipelago canario, la cui definitiva conquista da parte degli europei avvenne sul finire del XV secolo.
Se nell’opera del frate Galvano Fiamma, redatta in una scrittura gotica dell’Italia settentrionale, si fa rimerimento a una terra di nome Marckalada che gli studiosi hanno identificato come la latinizzazione del Markland citato nelle saghe norrene ( “terra dei boschi”),lo studio pubblicato sulla rivista Terrae Incognitae documenta la consapevolezza , già verso il 1340, dell’esistenza di terre al di là dell’Atlantico anche al di fuori della Scandinavia, come la Groenlandia e, ancora piu’ oltre, verso occidente, il Canada e la stessa America. Probabilmente l’autore del manoscritto riporta informazioni orali giuntegli da Genova, città con la quale egli aveva contatti e che i marinai menzionati nel testo siano navigatori genovesi che commerciavano con i popoli del Nord. Nel manoscritto di Galvano Fiamma è piu’ volte richiamato un libretto, il “Tractatus de Mappa Ianuensi quam composuit sacerdos Sancti Marchi de Ianua”, oggi perduto, scritto dal Frate Giovanni da Carignano, il cartografo della Chiesa di San Marco in Molo presso il porto di Genova il quale, peraltro, aveva riportato nel suo famoso planisfero realizzato nel 1313 ( il cui originale è anch’esso perduto perchè distrutto durante i bombardamenti del 1943) , un gruppetto di isolette, senza denominarle, all’altezza delle attuali Isole Canarie.
Pertanto, essendo questa la prima menzione del continente americano nella regione mediterranea, essa costituisce la prova della circolazione, lontano dall’area nordica, ben 150 anni prima di Cristoforo Colombo, di narrazioni su terre oltre la Groenlandia. Pertanto, tutto quello che sappiamo fino ad oggi sulla scoperta dell’America, cioè sull’evento che tradizionalmente segna l’inizio della storia moderna, viene ad essere d’un tratto rivoluzionato con un notevole balzo all’indietro nel tempo , dovendosi necessariamente riscrivere un intero capitolo di storia, coincidendo con quanto da sempre sostenuto dal Comitato Internazionale per le Celebrazioni del VII Centario della riscoperta delle Isole Canarie da parte del navigatore italiano Lanzarotto Malocello (1312-2012).
Di piu’: giova, peraltro, ricordare per inciso che si era avuta pure notizia, alcuni anni fa, grazie al ritrovamento da parte di tale Niccolò Zeno “il Giovane”di una mappa pubblicata nel 1558 e di alcune lettere , del fatto storico che intorno al 1390 i fratelli veneziani Niccolò e Antonio Zeno toccarono le coste dell’America del Nord giungendo a Terranova (nel Canada nord orientale) , prova questa che l’America era stata visitata da esploratori europei almeno cento anni prima di Colombo.
Fino ad oggi ,quindi, da un lato si è incredibilmente ignorata l’impresa di riscoperta delle Canarie compiuta da Lanzarotto Malocello e dall’altro, altrettanto erroneamente , si è “dimenticata” o addirittura non considerata la notizia – che pure circolò in Europa – dell’esistenza del continente americano prima della spedizione di Cristoforo Colombo.
La logica conclusione risiede, pertanto, dopo il clamoroso ritrovamento documentale del testo del frate Galvano Fiamma sopra menzionato , nel far risalire il momento – necessariamente convenzionale – della fine dell’Epoca medievale e l’inizio dell’Era moderna proprio all’evento storico- geografico della riscoperta delle Isole Canarie, che aprì la porta al concetto di “Nuovo Mondo” e consentì l’avvio di tutta quella sequenza di viaggi per mare volti alla scoperta di nuove terre, che meglio si adatta alla suddivisione nelle varie fasi della storia universale. Come è noto, le Colonne d’Ercole nella letteratura classica occidentale indicavano il limite estremo del mondo conosciuto. Oltre a un concetto geografico, esprimevano metaforicamente anche il concetto di “limite della conoscenza”. Lanzarotto Malocello , oltrepassando le Colonne d’Ercole, sfato’ tutte le credenze di un’epoca, quella, appunto medievale, segnandone la fine. Ma è soprattutto con Giovanni Boccaccio che cambia la mentalità dell’ era medievale, e si apre la strada verso una diversa concezione del mondo. Questo grande scrittore e umanista italiano ( che, ricordiamo, scrisse l’importantissima epistola “De Canaria et insulis ultra Ispaniam in Oceano noviter repertis” dimostrando di conoscere le Isole Canarie già nel 1340 come luoghi abitati da popoli primitivi ed ignudi) si era già distaccato dalla concezione teologica del mondo in quanto per lui la Terra, pur restando immobile al centro dell’universo sino a Galileo e Copernico,non aveva piu’ la conformazione cosmologica teocratica medievale: al di là delle Colonne d’Ercole non vi era un “Mondo senza gente” ma già un “Nuovo Mondo”. Fu proprio la scoperta delle Canarie a fornire al Boccaccio una chiave di lettura antropocentrica, non piu’ legata alla costruzione teologica del mondo medievale, destinata oramai ad essere soppiantata e sostituita dalla geografia dei “sabedores de mar” e dei mercanti. A ben vedere, si potrebbe far riferimento anche ad altri dei numerosi, significativi, eventi accaduti in date diverse per indicare l’inizio convenzionale di una certa fase storica ma, dovendosene indicare sotanto uno, a noi pare, per i motivi esposti, che l’evento di riscoperta delle Isole Canarie sia quello piu’ appropriato per indicare concettualmente la fine dell’epoca medievale. .
Immagine di frate Galvano Fiamma in una miniatura del Codice Trivulziano (anno 1438)- Archivio storico e Biblioteca Trivulziana di Milano