La cultura unisce memoria storica e progresso
di Alfonso Licata
Nel mese di ottobre 2023 nell’Isola di Lanzarote la Società Dante Alighieri-comitato delle Isole Canarie organizza la prima edizione della “settimana della cultura italiana”
«Un Paese che ignora il proprio ieri non può avere un domani».
Soltanto conoscendo la Memoria Storica, si può vivere con saggezza il presente, e affrontare responsabilmente il futuro. Non c’è dubbio che la Memoria Storica sia la base fondamentale delle nostre conoscenze, dei nostri valori, delle nostre azioni, che si irradiano nello spazio e nel tempo, come il tronco, i rami, le foglie, i fiori e i frutti di un grande albero. Ma se quest’albero perdesse le sue radici, sarebbe condannato a deperire, disseccandosi fino a morire.
Il progresso, d’altro canto, non rappresenta la fondazione della civiltà sopra le rovine dell’esistente, ma è il risultato della selezione e del perfezionamento delle nozioni trasmesse dalle generazioni passate. Pertanto non puo’ esservi alcuna contrapposizione tra tradizione e progresso poichè non esiste progresso senza tradizione, né tradizione senza progresso.
Asseriva lo storico Le Goff che «Impadronirsi della memoria e dell’oblio è una delle massime preoccupazioni delle classi e dei gruppi e degli individui che hanno dominato e che dominano le società storiche», così riassumendo in poche righe l’esistenza di un meccanismo perverso e definito.
L’evoluzione e il progresso tecnologico odierno hanno finito col delineare una visione a-storica della nostra memoria a causa della quale il valore della conservazione cede sempre piu’ terreno dinanzi all’ansia della comunicazione ed è è svilito da tentativi maldestri di “ridefinire” e spesso finanche “sovvertire”.
Basi, quelle appena accennate, di una considerazione più ampia che meriterebbe un’attenta e analitica riflessione sulla percezione che si ha dell’esercizio del potere altrui e dei suoi reali effetti su ognuno di noi, ma che in questo contesto fornisce a chi scrive lo spunto per sottolineare che “nel suo complesso la sorte di ogni cultura è affidata soprattutto alla capacità di resistenza nel tempo dei processi conservativi e delle istituzioni giuridiche e fisiche ovunque preposte alla conservazione”.
Purtroppo, in modo sempre più preoccupante, il controllo esercitato sulla memoria non è più soltanto una forma di governo politico, ma una dinamica orientata al profitto, o, peggio ancora, la somma di entrambe.
Prolificano incontrollatamente “comunità di memoria” anomale e aggressive legate al progresso come forma di alfabetizzazione necessaria.
Elemento di non poco conto se si considera che la coercizione esercitata dal controllo politico della memoria è il male minore di fronte al rischio della sua mercificazione per un uso comunicativo. Si sostituisce al male di una imposizione, una molto più pericolosa “visione consumistica” o “utilitaristica” della memoria, che distrugge il ricordo ( ad esempio negandolo) e che delinea un controllo assai più subdolo sui pensieri e sulle parole, ponendoli costantemente di fronte al giudizio. Una nuova frenesia “tecnocratica” sottrae inconsapevolmente tempo, riflessione ed incidenza; in altre parole svanisce per così dire il pensiero, e tutto diviene Informazione.
Affrontare il problema della memoria riguarda peraltro anche il fenomeno dell’oblio, cioè un processo che può essere imposto e voluto nell’ottica appena esposta.
Il luogo maggiormente deputato alla gestione della memoria, è, più di ogni altro,certamente Il museo, capace di comunicare il passato più scomodo attraverso un linguaggio che sappia conciliare e spiegare, leggere il passato come intreccio di prospettive diverse , valorizzando la storia in quanto dimensione di incontro e non di separazione. Compito primario del museo è quello di facilitare la comprensione del passato, creando strade di lettura e di godimento del nostro patrimonio, senza disconoscere – e questo è un punto sostanziale – la propria natura di luogo di pensiero. È quindi il museo, con le sue competenze e in ossequio alla sua stessa missione istituzionale, a dover creare le condizioni di un accesso all’esperienza culturale. Il dibattito va al di là dell’ambiente degli addetti ai lavori e tocca aspetti profondi di riflessione globale sul modello di società che vorremmo perseguire per il nostro futuro. L’attenzione rivolta ai musei rappresenta di fatto un bisogno diffuso del fare chiarezza sul rapporto tra società e cultura, tra progresso e sostenibilità.
Occorre quindi soffermarsi sulla natura e sulla costruzione della memoria collettiva, evidenziando soprattutto la qualità dinamica del ricordo di una comunità. Tale processo, si attiva principalmente attraverso il delicato esercizio dell’interpretazione, ovvero di quel percorso di attribuzione di senso che è posto in carico prima di tutto, in una società giusta e moderna, alle istituzioni culturali.
Il museo, che svela e custodisce il passato, confina con il mondo e lascia che il mondo entri dentro di sé, perché è dal mondo che arrivano i suoi tesori. Il riconoscimento delle identità e dei valori trasforma il passato nel laboratorio più idoneo a progettare il futuro.
In sintonia con le finalità perseguite dal Consiglio d’ Europa e dalla Commissione europea, tese a sensibilizzare i cittadini europei sull’importanza della comune appartenenza a medesime radici culturali, ad avvicinarli alla loro ricchezza culturale e permettere loro una mutua conoscenza più profonda e una maggiore comprensione reciproca, nonostante la diversità culturale e linguistica, la il Comitato della Società Dante Alighieri delle Isole Canarie intende dare il proprio contributo nell’ambito del tema: “ la cultura è patrimonio di tutti, viviamola insieme” organizzando una manifestazione aperta al pubblico,denominata “SETTIMANA DELLA CULTURA ITALIANA” che si terrà nei giorni 19,20 e 21 ottobre 2023 con il patrocinio dell’Ambasciata d’Italia in Spagna. L’iniziativa è finalizzata a celebrare il patrimonio inclusivo e diversificato, attraverso il tema comune del patrimonio di, da e per tutti. Si vuole, soprattutto, valorizzare la pluralità delle culture presenti sul territorio e contribuire allo sviluppo del dialogo interculturale perché “ la cultura unisce e favorisce l’ integrazione tra i popoli”.
La cultura rivendica un ruolo di primaria importanza nell’era della globalizzazione, perché è sul territorio che i conflitti possono essere ricondotti alla parola e le differenze divenire arricchimento reciproco anzichè contrasto.
La cultura è eredità del passato, vivacità del presente, partecipazione diffusa, è la chiave di apertura del dialogo e dell’integrazione tra i popoli: i giovani dovrebbero essere gli attori principali di questo processo in cui si incontrano patrimoni e valori culturali diversi.
Con la SETTIMANA DELLA CULTURA ITALIANA, senza alcuna pretesa di esaustività, si vogliono porre in evidenza alcuni aspetti del patrimonio culturale italiano (storico, artistico e gastronomico) per diffonderne la conoscenza verso il popolo canario, con il quale esistono antichi legami. L’iniziativa offrirà così un suggestivo viaggio della memoria, attraverso le opere d’arte che saranno esposte,le tavole rotonde, degustazioni di prodotti alimentari tipici , proiezioni cinematografiche, spettacoli musicali,e momenti di carattere interculturale. Si parte dalla riscoperta dell’Arcipelago Canario ad opera el navigatore italiano Lanzarotto Malocello nel 1312, per passare poi alle conseguenze di carattere storico e sociale locale e alle trasformazioni culturali, sociali e politiche. La manifestazione si prefigge di stimolare la divulgazione culturale sul territorio, creando così momenti di incontri e relazioni interculturali.
Un evento, dunque, che diventa un appuntamento importante per gli appassionati di cultura e non che vogliono conoscere usi, costumi e tradizioni altrui, in modo da assicurare la continuità nel futuro e ripercorrere realmente o mentalmente i luoghi fondativi della propria storia. Questo è ciò che si vuole consegnare al futuro: la memoria del nostro passato, di tutto quello in cui affonda le proprie radici il nostro presente che ha contribuito e contribuisce alla creazione dell’identità culturale e al progresso della nostra civiltà.
Viceversa, disperdere le potenzialità culturali, frutto dell’esperienza dei popoli, significa recidere quel legame concreto con il passato che non è mai “anacronistico” o “ superato” ma è “ eredità storica”.
Occorre maggiore consapevolezza dell’importanza della ricerca e della divulgazione culturale per l’importanza del valore educativo e per la trasmissione di contenuti significativi alle giovani generazioni.
Noi riteniamo infatti che lo studio e la crescita culturale abbiano una validità morale ed educativa quando sono posti al servizio degli altri, per i principi sociali, etici e civili, per i diritti universali imprescindibili della persona, sicchè la cultura non è un costo ma una risorsa: è elemento centrale per l’arricchimento della persona e fonte di crescita e sviluppo delle comunità.
Avv.Alfonso Licata
(Presidente del Comitato della Società Dante Alighieri delle Isole Canarie)