Lanzarotto Malocello e l’isola di Lanzarote
Isola ti desti ad ogni aurora
e scopri una “Nereide” addormentata
sull’arena ove paga si ristora,
dalle onde dell’oceano baciata.
Il sole amico con tatto t’indora
e lieta attendi la luna argentata.
Isola ti desti ad ogni aurora
e scopri una “Nereide” addormentata
sull’arena ove paga si ristora,
dalle onde dell’oceano baciata.
Il sole amico con tatto t’indora
e lieta attendi la luna argentata.
Da un evo geologico lontano
“isole” siete fiori di natura.
Per il volere supremo e arcano
vocate “Ninfe” di un’idea futura.
Città simbolo detta ”Grande Mela”
da voli d’odio hai avuto tanto orrore
che ha lacerato il tuo nobile cuore;
d’un fiato fatta nave senza vela.
Come occhi tristi abbozzati su tela
son le tue luci mute di dolore.
Un angolo di rilievo tra i cartografi del medioevo lo dobbiamo dedicare al Carignano. Siamo intorno alla metà del XIII secolo quando nacque e lo si deve ricordare nella storia della cartografia in quanto ha compilato e firmato una carta che rappresenta le coste del Mediterraneo, del Baltico, del ma Nero, del mar d’Azov, le coste dell’Africa settentrionale e dell’Asia, ma anche l’interno dei territori con località, fiumi, monti.
Continuiamo il nostro viaggio per mare attraverso le carte-portolano.
Vi avevo lasciato un po’ di tempo fa con la Carta Pisana, oggi riprendo il cammino.
Come ho detto nei precedenti articoli le carte-portolano erano strumenti soprattutto in uso tra i mercanti per la loro necessità di un porto sicuro e la loro sicurezza ed è per questo che la loro compilazione si diffuse molto presto.
Escribe el tinerfeño Antonio Rumeu de Armas, el que fuera director de la Real Academia de la Historia, Catedrático de Derecho y Filosofía y Letras y medalla de Alfonso X el Sabio, en las Primeras Jornadas Rubicenses, en Yaiza, (1998) que no se explica como Lanzarotto Malocello, el primer personaje histórico que se estableció en la isla, permaneciendo más de veinte años, aún no cuente con un monumento o reconocimiento público en Lanzarote, cuyo nombre, precisamente, procede del navegador y explorador genovés. Cuenta también el historiador y académico canario- español, que en la Biblioteca Nacional de Paris, se conoce a Lanzarotto Malocello, porque existe un mapa del cartógrafo mallorquín, Angelino Dulcerft, donde pinta por primera vez en el Atlántico, dos islas, la de Lanzarote y Fuerteventura, y las pinta, además con un detalle curiosísimo: el escudo de Génova. “La isla de Lanzarote aparece siempre pintada de plata con una cruz roja, característica del emblema heráldico de la región italiana de Génova”. Afirma también Rumeu de Armas, que Lanzarotto Malocello estuvo en las islas, con toda seguridad, en las primeras décadas del siglo XIV: “rompiendo así las tinieblas de un pasado prehistórico y señalando ya un hito en la historia de las Islas Canarias”. Fue el Papa romano Clemente VI quien tomó la importante decisión de crear el Principado de la Fortuna en las Islas Canarias, en 1344, por eso también se le denomina las “Islas Afortunadas”. El escritor español B. Bonnet afirma que no fue Jean de Bethencourt el primer descubridor-conquistador del archipiélago canario, sino Lancelot Maloisel (Lanzarotto Malocello) en 1312 y que construyó una fortaleza, donde existe el Castillo Guanapay (Santa Bárbara) en Teguise.
Il 25 febbraio si celebra nel mondo il Dantedì, la giornata annuale dedicata al sommo poeta
Noi italiani siamo convinti che lo spagnolo, o meglio il castigliano, per noi sia facilissimo; perché sono quasi uguali la sintassi, la grammatica e… le parole. Convinzione limitativa, soprattutto per quello che riguarda le parole.
Prima di parare della Carta Pisana vorrei spendere due parole sulla bussola, strumento molto piccolo, ma importantissimo e, soprattutto, molto utile.
È lo strumento più antico per orientarsi a bordo delle navi in mancanza di altri punti di riferimento, infatti l’ago della bussola, qualunque sia la posizione, indica sempre il nord.
Non dobbiamo azzardare interpretazioni arzigogolate o fantasiose sulle tre fiere. Nessun dubbio dobbiamo avere sul Leone (superbia) e sulla Lupa ( cupidigia-avarizia). Per quanto riguarda la Lonza ascoltiamo piuttosto Dante, che fa parlare Ciacco della sua Firenze nel VI canto dell’Inferno.