Gestire l’ansia al tempo del coronavirus: medicina tibetana, yoga e non solo
di Rigel Langella
Molte persone hanno chiesto a lama esperti in medicina tibetana come affrontare la nuova emergenza, causata dal CoVid 19. Riteniamo utile trasettere ai nostri lettori un’informazione alternativa e, soprattutto, pacificante dopo una consultazione social.
La medicina tradizionale tibetana classifica i virus, come il coronavirus, con ilnome di: duruka. Problemi causati daiduruka sono menzionati in antichi testi e profezie. Non dimentichiamo che la medicina tradizionale si basa anche sulla conoscenza del movimento deipianeti, delleinfluenze astrali, nella vita del singolo e della collettività. In particolare, Yuthok Yonten Gonpo il giovane, considerato padre e fondatore del Sowa Rigpa o sistema di medicina tradizionale tibetana, ci ha lasciato una classificazione dei vari elementi che perturbano la vita sociale. In sanscrito duruka significa letteralmente: “ciò che porta sofferenza”.
Nella tradizione tibetana vengono prese in considerazione alcune categoriespecifiche:
– Duruka delle armi;
– Duruka del veleno;
– Duruka della malattia.
Quindi il coronavirus, che colpisce in questo momento l’intero pianeta, rientrerebbe esattamente nella terza categoria. A differenza delle malattie, diciamo “personali”, le malattie di duruka sono vere e proprie epidemie, malattie contagiose che possono mietere molte vittime.
In generale, la medicina tibetana riconosce quattro cause principali di malattia:
-malattia causata da dieta squilibrata;
-malattia causata da uno stile di vita squilibrato o, comunque, poco salutare;
-malatti acausata da influenze stagionali (caldo/freddo, secco/umido, etc.);
-e, infine, malatti ecausate dalle cosiddette “provocazioni” o influenze invisibili, che in tibetano vengono chiamate dön. Non si tratta di “spiriti”, come alcune traduzioni, legate a una visione immaginifica, rendonoil termine. Una definizione più aderente sia alla nostra sensibilità scientifica sia al concetto espresso dagli antichi sapienti è quella di: leggi di natura violate.
Infatti, nella medicina tibetana rimné, ossia la malattia infettiva che si propaga e diffonde nell’habitat, a prescindere dall’azione di armi o veleno, si considera derivante da dön.
Sono le leggi di natura che sovrintendono all’equilibrio dell’universo, come quel “sensore” che fa spuntare le foglie sugli alberi a primavera e poi ingiallire e cadere le foglie in autunno, in boschi e foreste.
Quell’orologio interiore...
Quell’orologio interiore che muove regolarmente le maree degli oceani, la corrente deifiumi che fluiscono a mare, l’arrivo delle grandipiogge monsoniche. Insomma, tuttociò che garantisce la vita sulpianeta. Tuttavia, purtroppo, l’attività violenta e distruttiva dell’homo (poco) sapiens va a interferire sugli ecosistemiviolati o sulla sopravvivenza di specie animali e vegetali. Per i cultori della filosofia orientale un corollario della legge inesorabile del karma. Nella cultura scientifica occidentalel’applicazione – direi letterale – della terza legge della dinamica: a ogniazione corrisponde una reazion euguale e contraria.
Quando, l’umanità resta coinvolta e impegnata in attività violente e dannose, come l’uccisione fino all’estinzione di animali selvaggi, in azioni distruttive e opere insostenibili (attivitàestrattive, taglio di foreste, dighe che devastano la vita di interenazioni, inquinamento che produce l’immissione di veleni nell’aria, etc.), allora, è di tutta evidenza che l’equilibrio si rompe e – come si dice comunemente – la natura si “ribella”.
Ecco perché i tibetani utilizzano pratiche rituali, come offerte o altre azioni liturgiche, per pacificare queste forze sconosciute, quando vengono colpiti da epidemie, ossia malattie che colpiscono indiscriminatamente il genere umano. Qualcosa di simile a quello che faceva la Chiesa cattolica con la pratica delle quattro tempora o le rogazioni, teologia divenisse “scientista prima che anche la”.
Per la maggior parte di noi, va benissimo seguire le regole di prevenzione che civengono ripetute e, ormai, abbiamo imparato: seguire attentamente le norme igieniche basilari; utilizzare mascherine protettive, lavarsi bene le mani, etc.
Tuttavia, la cosa più importante è mantenere rigorosamente l’equilibrio del proprio sistema immunitario: fruire di riposoa deguato, dormire le giuste ore di sonno, avere una dieta variata, basata sull’assunzione di cibi freschi e salutari, con un buon apporto di vitamine e saliminerali, insomma seguire uno stile di vita equilibrato. Fare esercizio fisico, passeggiare ma, soprattutto, impegnarsi in attività di relax come yoga, meditazione, ginnastica dolce.
Insomma, secondo il lama medico, migliorare il sistema immunitario è l’approccio migliore per affrontare questa particolare emergenza e sconfiggere la malattia.
Un’ultima raccomandazione importante: un medico occidentale ha scritto: “fatevi monaci di clausura”, non nel senso di isolarsi dal mondo ma di non farsi bombardare di info e notizie, spesso fuorvianti e contraddittorie, che sovraccaricano la mente.
Il relax e la pace interiore sonomolto, molto importanti, forse più del vaccino (che comunque ancora non c’è): troppo panico e preoccupazione sono “veleni che offuscano la mente”, indeboliscono il sistema immunitario e cirendono più vulnerabili alla malattia contagiosa, diminuendo la nostra capacità di reagire alle infezioni esterne.
Insomma, non guardale news in modo compulsivo sul cellulare e – soprattutto – speg te nete la televisione, zittite gli imbonitori da cinescopio che ne sanno meno di noi ma speculano sullenostre fragilità emotive e leggete un buon libro di poesie oppure perché no? – i salmi, in particolare, vi raccomandoil 90 e pure 91. Non guasta mai.
Ansiedad y enfermedad:Medicina tibetana, yoga y mucho máspor Rigel Langella La historia de la humanidad está plagada de grandes epidemias, así como de desastres naturales. Su furia destructiva, que rompe las vidas de hombres y mujeres, trayendo dolor, miedo y muerte, pone de manifiesto la fragilidad humana: por esta razón, estos son eventos profundamente grabados en la memoria colectiva que, cuando ocurren, parecen cancelar la parte racional, dejando a la mente presa del terror y la incapacidad de tomar decisiones adecuadas. Basándonos en la fuente de la sabiduría oriental, en particular en la medicina tibetana y el yoga, que estudian la fisiología humana en el contexto holístico de la mente y el espíritu (mucho antes de nuestro psicosomático), estamos buscando un faro para atracar nuestro barco en un puerto seguro y al mismo tiempo aprovechar la oportunidad para corregir actitudes perjudiciales para nosotros y el mundo que nos rodea
Creemos que es útil transmitir información alternativa y, sobre todo, tranquilizante a nuestros lectores después de un bombardeo mediático de proporciones inusuales, en comparación con enfermedades de épocas recientes o remotas. Reportamos todas esas advertencias y consejos, distribuidos por expertos lamas, sobre cómo enfrentar los viejos y nuevos temores, bombeados en nuestras pequeñas vidas, sin ningún antídoto efectivo contra el pánico que nos haga masivos.
La medicina tradicional tibetana clasifica los virus, como el coronavirus (Covid 19 o Wuhan desease), bajo el nombre: duruka. Los problemas causados por duruka se mencionan en textos y profecías antiguas. Recordemos que la medicina tradicional se basa en el conocimiento del movimiento de los planetas, en las influencias astrales en la vida del individuo y la comunidad. En particular, el joven Yuthok Yonten Gonpo, considerado el padre y fundador del Sowa Rigpa o sistema de medicina tradicional tibetana, nos ha dejado una clasificación de los diversos elementos que perturban la vida social. En sánscrito, duruka significa literalmente “lo que trae sufrimiento”. En la tradición tibetana se tienen en cuenta algunas categorías específicas:
duruka de armas;duruka de veneno;duruka de la enfermedad.Entonces el coronavirus, que ahora afecta a todo el planeta, caería exactamente en la tercera categoría. A diferencia de las enfermedades, digamos “personales”, las enfermedades duruka son epidemias reales, enfermedades contagiosas que pueden reclamar muchas víctimas.En general, la medicina tibetana reconoce cuatro causas principales de enfermedad:-enfermedad causada por una dieta desequilibrada;-enfermedad causada por un estilo de vida desequilibrado o, en cualquier caso, poco saludable;-enfermedad causada por influencias estacionales (calor / frío, seco / húmedo, etc.); y, finalmente, enfermedades causadas por las llamadas “provocaciones” o influencias invisibles, que en tibetano se llaman dön. Estos no son “espíritus”, como algunas traducciones, vinculadas a una visión imaginativa, hacen del término. Una definición más fiel, tanto a nuestra sensibilidad científica como al concepto expresado por los antiguos eruditos, es la de: leyes de la naturaleza.De hecho, en la medicina tibetana rimné, la enfermedad infecciosa que se propaga en el hábitat, independientemente de la acción de las armas o el veneno, se considera derivada de dön.Son las leyes de la naturaleza que supervisan el equilibrio del universo, como ese “sensor” que hace que las hojas broten en los árboles en primavera y luego se vuelvan amarillas y caigan en otoño, en los bosques. Esto es el reloj interno que mueve regularmente las mareas de los océanos, la corriente de los ríos que fluyen hacia el mar, la llegada de grandes lluvias monzónicas o la gravitación universal. En resumen, todo lo que garantiza la vida en el planeta.Desafortunadamente, sin embargo, la actividad violenta y destructiva del homo sapiens interfiere con los ecosistemas violados o la supervivencia de las especies animales y vegetales. Para los amantes de la filosofía oriental, un corolario de la inexorable ley del karma. En la cultura científica occidental este concepto se puede comparar a la aplicación de la tercera ley de la dinámica: cada acción corresponde a una reacción igual y opuesta.Cuando, la humanidad permanece involucrada y comprometida en actividades violentas y perjudiciales, como la matanza de animales salvajes hasta la extinción, en acciones destructivas y trabajos insostenibles (actividades extractivas, tala de bosques, represas que cambian el curso de los ríos y devastan la vida de naciones enteras, la polución que produce la liberación de venenos en el aire, etc.), está claro que se rompe el equilibrio y, como se dice comúnmente, la naturaleza “rebeldes”.Esta es la razón por la cual los tibetanos usan prácticas rituales, como ofrendas y otras acciones litúrgicas, para pacificar estas fuerzas desconocidas, cuando se ven afectados por epidemias o pandemias, es decir, aquellas enfermedades que afectan indiscriminadamente a la humanidad. Algo similar a lo que hizo la Iglesia Católica con la práctica de los cuatro tempora (1) o las rogaciones (2), antes de que la teología se convirtiera en “científica”.Para la mayoría de nosotros, está bien seguir las reglas de prevención que se nos repiten y que siempre debemos aplicar: siga cuidadosamente las reglas básicas de higiene; lávate bien las manos; use máscaras protectoras, evita el contacto con los enfermos, etc.Sin embargo, lo más importante es mantener el equilibrio de su sistema inmunológico: disfrutar de un descanso adecuado, dormir las horas adecuadas de sueño, tener una dieta variada, basada en la ingesta de alimentos frescos y saludables, con un buen suministro de vitaminas (A, C, D) y sales minerales, en resumen, siguen un estilo de vida equilibrado. Haga ejercicio, camine pero, sobre todo, participe en actividades de yoga, meditación, gimnasia suave. Entonces, según la hoja médica, mejorar el sistema inmunológico es el mejor enfoque para hacer frente a cualquier emergencia y vencer la enfermedad.Una última recomendación importante: un médico occidental escribió: “hazte un monje enclaustrado”, no en el sentido de aislarte del mundo pero sin ser bombardeado por información y noticias, a menudo engañosas y contradictorias, que sobrecargan la mente. La relajación y la paz interior son muy, muy importantes, quizás más que la vacuna (que de todos modos todavía no existe): demasiado pánico y preocupación son “venenos que nublan la mente”, debilitan el sistema inmunológico y nos hacen más vulnerables a las enfermedades, disminuyendo nuestra capacidad de reaccionar a infecciones externas.En resumen, no vea las noticias compulsivamente en su teléfono celular y, sobre todo, apague la televisión, silencie a los ladradores del kinescopio que saben menos sobre nosotros pero especulan sobre nuestras debilidades emocionales y lee un buen libro de poemas de Neruda, Pessoa y Sepulveda o – ¿por qué no? – los salmos, en particular, recomiendo el 90-91 (3).(1) Los “cuatro tempora” son cuatro grupos de días en el rito catolico romano, originalmente dedicados a la santificación del tiempo en las cuatro temporadas, para invocar y agradecer a la providencia de Dios Padre por los frutos de la tierra y por la obra del campesino. Cada temporada se compone de los mismos días (miércoles, viernes y sábados de la misma semana): en invierno en Adviento; de primavera en la Cuaresma; en el verano, después de Pentecostés; en otoño entre el tercer y cuarto domingo de septiembre.(2) Las “Rogationes” (del latín rogare: rezar con insistencia) son una de las devociones cristianas más antiguas: las Rogationes (o Rogativas?) menores, datan del siglo V d. C. Esta tradición de oración y procesiones fue una práctica litúrgica para pedirle a Dios que bendiga los campos, gracias a la sucesión ordenada de las temporadas, el sol y las lluvias, protegiendo el trabajo de los campesinos y preservando los cultivos de enfermedades, granizo, sequía y calamidades. Todavía permanece vivo en España (romerie y procesiones) y en Bretaña (perdón), donde las fiestas religiosas està sentida profundamente. De origen precristiano, tenían la intención de llevar la adoración del espacio sagrado (temenos, en griego), como una bendición para el medio ambiente circundante.(3) Los Salmos, en todas las Biblias, están numerados del 1 al 150. Sin embargo, el 90 (o 91) es así debido a la diferente numeración del original hebreo que difiere de la traducción griega de la LXX y luego de la Vulgata latina.
Este artículo fue escrito por Sr. Rigel Langella