Le canarie, isole fortunate: dal mito alla realtà grazie ad un portolano medievale
di Alfonso Licata
Le Isole Fortunate, ovvero le isole che attualmente compongono l’Arcipelago Canario, rappresentano, fin dal periodo classico,un luogo assai suggestivo in cui si concentrano miti, leggende, ipotesi letterarie.
Conosciute dagli antichi, la loro riscoperta geografica nel 1312 da parte del navigatore italiano (precisamente ligure) Lanzarotto Malocello segna l’inizio del periodo delle grandi scoperte.
L’Oceano Atlantico costituiva una barriera insuperabile a causa delle credenze mitologiche dell’epoca e le navi non si avventuravano verso l’ignoto per paura di andare incontro a seri pericoli. Pertanto, la conoscenza che il mondo medievale aveva delle Isole Canarie si era perduta nell’oblio.
Il primo contatto, o per meglio dire il riavvicinamento con l’Arcipelago canario avvenne soltanto nel Basso Medioevo, mentre si attraversava il periodo pre -rinascimentale di transizione verso il Rinascimento. I primi viaggi in direzione delle Isole Canarie si realizzarono verso la fine del XIII secolo, o probabilmente ancora prima, e si fecero sempre più frequenti nel successivo XIV secolo.
Si trattò di viaggi per lo più a scopo commerciale,con partenza dall’area del Mar Mediterraneo,che videro come protagonisti assoluti i genovesi, seguiti da catalani e maiorchini e poi, via via,da portoghesi e castigliani.
Fu così che i Fratelli Vivaldi, genovesi, organizzarono il primo viaggio dell’epoca alla ricerca di nuove rotte per giungere alle Indie. Ma, come anzidetto, fu un altro italiano, sempre di origine genovese, Lanzarotto Malocello, ad arrivare a Lanzarote, la più settentrionale delle Isole Canarie. A detta isola il Malocello diede il suo nome e nel 1339 questo territorio comparve nel portolano disegnato dal cartografo maiorchino di origine – anch’esso – italiana, Angelino Dulcert.
Per la verità, alcuni anni prima, intorno al 1320, alcune isolette senza nome nè didascalia, alla stessa altezza delle attuali Isole Canarie sembra che fossero già state disegnate nel portolano di Frate Mauro Giovanni da Carignano. Nella parte sinistra della carta ( una riproduzione dell’originale) risulta apposta una scritta in latino a caratteri molto piccoli, per metà cancellata e quindi non bene leggibile, che recita così: “decem mai spacium denotat mediana quinquaginta…..tis per terram dpt unas interislas “. Sarebbe questa la prima rappresentazione delle Isole Canarie riportate su una carta nautica.
Purtroppo l’originale del portolano in questione and0’ distrutto dai bombardamenti nel corso dell’ultimo conflitto mondiale. (Si veda in propósito “Lanzarotto Malocello,dall’Italia alle Canarie”,di Alfonso Licata, Roma, anno 2012, Ed. CISM – Stato Maggiore della Difesa e “Redescubrimiento e conquista de las Afortunadas”di Maria Josè Vazquez de Parga y Chueca, anno 2002, Ed. Dos Calles-Theatrum Naturae).
Successivamente altri viaggi oltre le Colonne d’Ercole furono intrapresi per recarsi alle Canarie, sia da altri italiani che da spagnoli e portoghesi, fino alla Conquista armata dell’Arcipelago e alla sua posteriore Colonizzazione. Le Canarie, quindi, a meta del XIV secolo risultavano ormai ben conosciute.
Ė la letteratura che di tutto questo brano di storia ci rende valida testimonianza laddove i maggiori Letterati greci e romani, a partire da Omero, esiodo, Pindaro, Sallustio e Plinio il Vecchio, sin dall’Epoca Antica ( VIII Secolo a.C.) nelle loro stupende, immortali opere , citano, invocano e descrivono le Isole Fortunate in una sorta di venerazione.
Alfonso Licata
CARTA DEL MONDO 1493 CON LE ISOLE FORTUNATE A OVEST DELLA COSTA AFRICANA
PORTOLANO DI FRATE’ GIOVANNI MAURO DA CARIGNANO 1320 circa