Il portolano rivelatore di Angelino Dulcert (anno 1339. L’approdo di Lanzarotto Malocello alle Isole Canarie: scoperta genovese o templare?
di Alfonso Licata
Una bandiera con croce sul suolo d’un’isola dell’arcipelago Canario. Il planisfero di Dulcert parla chiaro: croce rossa su fondo bianco. Cosa rappresenta?
Il primo pensiero va a Genova perché genovesi erano i navigatori esperti, i cosiddetti sabedores de mar; inoltre la bandiera genovese aveva proprio questi colori e tale simbolo; va bene, ma la vicenda, a nostro avviso, è molto più complessa.
Naturalmente senza riferimenti certi, lasciamo campo aperto alle congetture, anzi a “congetture e altre congetture” come s’intitola questo capitolo. Ad esempio ci chiediamo se la croce rossa tracciata dal cartografo Dulcert sopra l’isola di Lanzarote con accanto il nome dello scopritore possa avere un significato diverso, da quello ipotizzato dai più. Costoro la identificano, senza prove, con la bandiera genovese.
E se invece Lanzarotto fosse fuggito con il tesoro dei Templari sconfinando in acque perigliose ma salvifiche per lui e per l’Ordine?
Del resto l’anno è il 1312, lo ricordiamo, Annus horribilis ma per Lanzarotto sicuramente mirabilis.Dunque si recò il più lontano possibile, oltre le Colonne d’Ercole. Anche qui ci muoviamo in un universo dove una sola parola verso una simile versione dei fatti può essere incandescente, deflagrante nella sua altezza. Ma chi può però dimostrare il contrario?
Vero è che le famiglie prossime ai Malocello – i Vivaldi, i Ponzone e i Del Bosco, tra gli altri – avevano nelle proprie fila dei Templari. Rimanendo in quest’ambito ai confini del sogno, potremmo anche immaginare un giorno nella vita di Lanzarotto dedicato alla cerimonia d’investitura. Pensiamo questo perché non esiste quasi mai una biografia (tante biografie) sui Templari. Del resto, il segreto era uno dei capisaldi della dottrina.
E dove gli annali di iniziazione? Dove le istantanee sulla cerimonia? Ma perché nei Annali di Genova non risulta menzionata la scoperta delle Canarie? Ma che segreto è? Forse ha a che fare con i Templari? Perché non se ne fa menzione sui documenti ufficiali di Genova? Altra riflessione: il Boccaccio cita Nicoloso da Recco e ci mostra, in fondo,la sua carta d’identità. Fino ad allora, fino alla finezza d’uno scrittore del valore del Boccaccio, Nicoloso da Recco non era disceso qui tra noi. Dunque non faceva parte del mondo: non era esistito.
Riassunto: le Canarie non citate come scoperta in atti o documenti ufficiali coevi alla scoperta stessa; Nicoloso da Recco come notizia seconda, donataci dal Boccaccio. Ma allo scrittore di Certaldo chi svelò quella esistenza? Sappiamo che era in amicizia con la nobile famiglia dei Bardi, banchieri fiorentini, e dunque furono quest’ultimi a parlargli del secondo scopritore delle Canarie.
S’è molto congetturato che la croce rossa in campo bianco disegnata dal Dulcert per la prima volta nel 1339 su un isola delle Canarie, non potesse riguardare la Repubblica di Genova. Di fatto, tali colori e simboli riguardavano non soltanto Genova ma varie altre città del mondo allora conosciuto (Barcellona, Milano, Padova, Inghilterra). Preso atto di questo, sappiamo però che soltanto Barcellona era una città marinara ma che la sua bandiera contempla(va) oltre alla croce rossa in campo bianco anche delle strisce rosse su campo giallo (dorato) e, pertanto, è da escludersi qualsiasi riferimento alla città catalana.
Per quanto riguarda l’Inghilterra, sappiamo che i commercianti e i marinai inglesi non si erano mai spinti con le loro navi a sud di Gibilterra. In questo procedere su un terreno instabile, franoso, su cui il dubbio la fa da padrone, siamo portati a formulare anche noi alcune ipotesi che mostrano – con coraggio – la loro esilità ma nel contempo riempiono un vuoto e offrono consolazione e riparo. Due versioni ci rinfrancano: la prima è che, per un gesto di riconoscenza verso la madre patria, il Malocello distenda la bandiera genovese sul suolo canario, dunque la metafora dell’essere sul suolo natio pur trovandosi in pieno oceano: evidente il significato di “scoperta” e non di “dominio”; la seconda, più affascinante ma relegata nelle regioni del sogno (forse anche del possibile) è che la bandiera in questione sia riferibile all’Ordine del Tempio.
Nessuno, a quanto ci consta, tra gli studiosi, propende per questo sublime ma se non esistono documenti dichiaranti altra versione, allora questo scenario volge al bello perché gratuito e inoffensivo (oltreché poco battuto).
Capitolo tratto dal libro “Lanzarotto Malocello,dall’Italia alle Canarie”-II Volume, di Alfonso Licata e Fernando Acitelli, anno 2018,edito dalla Lega Navale Italiana